1.1 Chi è il mio mentee e come posso delineare il suo progresso?
Lavorare con i NEET come Gruppo Target
Quando si lavora con un gruppo target descritto come ” giovani adulti che non risultano occupati, non studiano o non seguono una formazione, che tendono ad essere difficili da raggiungere e altamente svantaggiati”, non dovrebbe sorprendere che questo gruppo risulti infatti piuttosto diverso. Il loro background è diverso, le loro motivazioni per non lavorare o studiare sono diverse e anche le loro idee riguardo alla vita e al futuro sono probabilmente diverse. Si può affermare con certezza che i NEET hanno esigenze diverse.
Quando lavorate con qualcuno che si ritiene appartenere al gruppo target dei ‘NEET’ – ci riferiremo a loro con il termine “mentee” d’ora in poi – è probabile che vi troverete a doverli supportare individualmente. Il vostro obiettivo potrebbe essere quello di fortificarli e supportarli nelle fasi successive della loro vita, sia che si tratti di istruzione, formazione, o di qualsiasi altra situazione verso cui si sentirebbero soddisfatti e a proprio agio.
A volte, l’orientamento (professionale) è visto semplicemente come un incontro con il mentee, in cui gli viene chiesto cosa voglia fare, offrendogli una panoramica di possibilità e augurandogli il meglio per il futuro. Sfortunatamente, non è così semplice e c’è molto più coinvolgimento in questo ruolo di quanto sembri. In realtà, potresti aver già dovuto contattarli due volte prima del vostro primo incontro, in modo da ricordare loro l’appuntamento e far sì che non si dimentichino, o potrebbero essere arrivati in ritardo a causa dell’autobus, o potresti non averli più sentiti dopo il vostro colloquio, o ti possono essere sembrati disinteressati durante il colloquio e non riesci proprio a capire perchè ecc. Lavorare con questo gruppo di mentee è impegnativo, coinvolgente e a volte deludente, e ti potresti chiedere ‘vale tutti i miei sforzi?’.
Inoltre, a causa della diversità del vostro gruppo target di mentee, potrebbe essere più difficile seguire uno specifico approccio metodologico nel momento in cui vi trovate a fornire un orientamento, e ti ritrovi molto più frequentemente a tenere la testa fuori dall’acqua che realmente a nuotare. Per giunta, sei tenuto probabilmente anche a fare rapporto sui “casi di successo”, andati a buon fine, e sulle azioni intraprese in ottica di avanzamento, al fine di assicurarsi la prosecuzione delle sovvenzioni e forse persino del tuo ruolo e posto di lavoro. Per cui, non c’è bisogno di dire, che l’affiancamento di questo gruppo target di mentee è complesso.
Oltre l’Orientamento alla Professione o all’Istruzione
La complessità di queste situazioni va oltre l’orientamento alla ‘professione’ o all’ ‘istruzione’ ed ha più a che fare con il guadagnarsi la loro fiducia, la loro motivazione, costruire una forte autostima, collaborare con altri servizi professionali, trovare il giusto modo di comunicare ecc., in modo da mantenerli coinvolti. Lo studio condotto come parte del progetto Beyond Neet(d)s, con professionisti provenienti da sei diversi paesi europei che hanno lavorato con questo gruppo target, ha confermato che le principali difficoltà che i coach e i mentori si sono trovati a fronteggiare hanno a che fare con il supporto psicologico e la comunicazione. Sebbene i professionisti che hanno lavorato con questo gruppo target abbiano alle spalle un’ampia gamma di backgrounds educativi, solo pochi di essi ha esperienza di consulenza/orientamento o come professionista della salute mentale. Pertanto, essi a volte peccano di conoscenze, capacità e/o sicurezza nel supportare psicologicamente i propri mentee.
Fornire supporto psicologico – contrariamente a quanto alcuni possano pensare – non è esattamente un lavoro da una persona soltanto. Se una persona si sente supportata, motivata, sicura di sé e di successo, non è merito di un buon terapeuta, ma è perchè essa può contare su una rete di supporto fatta di persone fidate che sono vicine a loro. Individuare questo supporto sociale, sia in ambito professionale che non professionale, è pertanto fondamentale, ma spesso difficile per i mentee appartenenti a questo gruppo target. Allo stesso modo in cui ci vuole un villaggio per crescere un bambino, ci vuole ugualmente un villaggio per prosperare come (giovani) adulti.
Un’altra problematica che è centrale nel lavoro in cui i mentori sono coinvolti, ha a che fare con la comunicazione. Il questionario relativo al progetto Beyond Neet(d)s ha rivelato un attrito nel processo comunicativo tra mentore e mentee. Molti mentori incontrano difficoltà nell’ interfacciarsi con il proprio gruppo target e – quando finalmente ci riescono – la difficoltà sta nel mantenerlo coinvolto individuando strategie comunicative che siano adatte ad entrambe le parti. I professionisti si ritrovano costantemente a cercare nuovi e diversi modi di raggiungere il proprio gruppo target, ma a causa della mancanza di tempo o di risorse, è un susseguirsi di tentativi e fallimenti piuttosto che il risultato di un processo stimolante.
Inoltre, c’è molto di più da dire per quanto riguarda la comunicazione rispetto al riuscire a raggiungere il proprio gruppo target. Il processo comunicativo tra il mentore ed il mentee è spesso frazionato. Nel metodo di orientamento, la sintonia nella comunicazione tra mentore e mentee è fondamentale. Questo significa che il mentore deve essere capace di ascoltare attentamente ciò che i mentee raccontano, ed essi per contro devono essere chiari riguardo a chi sono e a cosa vogliono, di modo che il mentore possa individuare le necessità dei mentee e motivarli a lavorare per raggiungere i loro obiettivi.
Valutazione dei progressi dei mentee
Parallelamente alla realizzazione del Modello di Orientamento Integrato, i partner di questo progetto hanno anche dovuto trovare un modo per poter valutare i progressi dei mentee.
I partner hanno iniziato dall’individuare 4 diversi ambiti nei quali i mentori avrebbero potuto aiutare i propri mentee a progredire: a livello personale (noi stessi), a livello contestuale, fattori di progresso riguardanti le competenze lavorative e infine fattori che hanno a che fare con il mantenere la propria posizione lavorativa. Considerando il fatto che i mentee formano un gruppo così variegato, abbiamo voluto sottolineare l’importanza di lasciare spazio ad altri fattori di progresso che potrebbero non essere presenti in quelli menzionati, ma che possono emergere nella conversazione tra mentore e mentee. Chiamiamo questo ‘fattori di progresso imprecisati’. Questo è stato il primo passo nella fase di sviluppo dei fattori di progresso, e successivamente il Modello di Orientamento Integrato, come si può vedere nell’immagine sotto:
Figura 1: Beyond Neet(d)s Fattori di Progresso (2021)
Come step successivo, abbiamo stabilito 5 fattori di progresso specifici per ciascuna categoria. Abbiamo deciso volutamente di definirli in modo tale che ciascun fattore possa essere facilmente valutato, poiché ciò faciliterebbe il loro utilizzo nell’ulteriore sviluppo del progetto.
Tali fattori di progresso[1] possono essere utilizzati come ulteriore strumento di valutazione dell’avanzamento del proprio mentee nell’ambito dell’orientamento. Possiamo ritrovarli nella sezione di attività del toolkit ‘Usare i Fattori di Progresso nel Processo di Orientamento‘, pensata per aiutarti a mettere in pratica tali fattori.
Domande di riflessione per il lettore:
- Ti senti sicuro nel fornire supporto psicologico ai tuoi mentee?
- Ci sono altri professionisti che possono aiutarti in questo ruolo?
- Quanto i tuoi mentee comunicano correttamente con te?
- Come valuti i progressi dei tuoi mentee attualmente?
[1] Si prega di consultare il capitolo 6. Apprendimento basato sul lavoro (pg. 57)